Mercoledì, 07 Novembre 2012 19:51

Alighiero Tondi. Un ricordo in vita

Scritto da  Gerardo

Da Renato Risaliti riceviamo questo scorcio di vita, in cui si rievoca un breve periodo, trascorso a Berlino agli inizi degli anni Sessanta, quando tra i due, il prof. Risaliti e l’ex padre Tondi, all’epoca sposato con Carmen Zanti, vivendo vicini, si sviluppò una certa consuetudine.




Alighiero TONDI

“L’Avvenire” (30.X.2012). ha ricordato padre Alighiero Tondi come un precedente del XX secolo di “traditore del papa” rispetto al maggiordomo che è stato recentemente condannato. Ma sinceramente confrontare i due fatti non mi pare il caso. Il confronto fra un grande intellettuale come Tondi e il maggiordomo del papa non mi pare un confronto valido.
Non ho titolo per sapere se e come Alighiero Tondi abbia “tradito il papa”, però ho avuto la ventura di conoscerlo e viverci in stretto contatto a Berlino Est nel 1962-63.
Arrivato a Berlino ai primi di gennaio del 1962 fui mandato a vivere nel rione di Weissesee, dove risiedeva, come seppi in seguito, la direzione della Stasi.
Il rione era stato, durante l’occupazione sovietica e gli anni della DDR, profondamente modificato nella sua composizione sociale. Erano tutte villette dotate di giardini, requisite dai sovietici e poi passate ai funzionari del governo orientale oppure i proprietari erano fuggiti all’ovest.
Orbene, a Berlino Est aveva la sua sede centrale la Federazione Mondiale delle Donne Democratiche. All’epoca Carmen Zanti, una comunista emiliana, alta dirigente di questa federazione che si era sposata con l’ex padre Tondi, abitava lì assieme ad Alighiero che viveva con lei a Berlino Est insegnando filosofia alla Humboldt Universität. La sorte aveva voluto che i nostri appartamenti fossero ubicati in due edifici adiacenti di Oraniestrasse.
Il professor Tondi viveva di solito appartato. Stava ore intere a rimuginare i suoi pensieri senza parlare con nessuno, come mi diceva spesso sua suocera, la madre di Carmen Zanti. Anzi mi chiedeva: “Ma lei non sa a cosa pensi?” “No”, rispondevo. Spesso andavo a parlare con lui. Si parlava delle cose più diverse a cominciare dalle sue esperienze “pastorali”. Parlando dei rapporti fra i sessi mi raccontava dei drammi familiari che arrivava a conoscere attraverso le confessioni. E poi a mo’ di conclusione diceva: “Nel rapporto matrimoniale solo un terzo delle donne rimaneva fedele al marito tutta la vita, un terzo lo tradisce abitualmente, un terzo occasionalmente per i più svariati motivi!”.
Queste rivelazioni mi lasciavano interdetto, nel mio cervello campagnolo erano come dei fulmini in una notte profonda.
Spesso andavo a trovarlo per consigli sulla mia vita. In questo si sentiva l’allievo di una scuola davvero insuperabile come quando mi consigliò di scrivere al Questore di Pistoia per superare le difficoltà che si frapponevano alla sistemazione delle mie pendenze militari.
“L’Avvenire” dice che la sua “riconversione” al cattolicesimo sia avvenuta del 1965. Quasi sicuramente è così. Ricordo che andò al Consolato Generale di Berlino Ovest il 2 giugno 1963. Fu accolto bene ed ebbe un lungo colloquio con il monsignore distaccato presso il Consolato.
La sua crisi spirituale la colsi con estrema evidenza guardando i suoi quadri sulla Stalinallee e i suoi palazzi. Colsi subito, e glielo dissi, che le strade erano vuote e che i palazzi erano tutti cadenti. La realtà che conoscevo bene era ben diversa. Glielo feci notare, lui, Alighiero, arrossì, ma non fece nessun commento alla mia osservazione…
Il suo ritorno alla fede deve essere avvenuto dopo la morte improvvisa per un tumore della sua compagna Carmen Zanti. Con la sua morte e le delusioni provocate dalla vita a Berlino Est il ritorno alla fede (non so se l’avesse mai perduta effettivamente) e il rientro nella Compagnia di Gesù fu inevitabile.


Renato Risaliti

1.11.2012
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